La storica impresa, gestita ora dalla terza generazione, riparte dopo il lockdown e presenta la nuova offerta che doveva essere di scena al Salone di Milano.
Se un professore universitario di economia volesse spiegare ai suoi studenti la storia della piccola e media impresa italiana negli ultimi 60-70 anni e il genio imprenditoriale delle famiglie italiane, li porterebbe a visitare l’azienda Tumidei di Predappio, una fra le principali vetrine romagnole dell’arredamento.
Fondata nel 1958 da Alceo Tumidei (insieme alla moglie Silvana), che aveva iniziato come artigiano e falegname nel secondo dopoguerra a modellare tini, botti e sedie, dopo alcuni anni fa il salto di qualità come piccola azienda industriale.
Nel 1970 arriva il figlio Gualtiero, che festeggia i 50 anni in azienda, di cui gli ultimi 20 al timone della barca come presidente del consiglio di amministrazione, affiancato in posti di responsabilità dalla sorella Lorena e dal marito Miro Fiumana.
Da alcuni anni sono arrivati a dar man forte i rampolli di terza generazione under 40, con posti strategici: Emanuele Tumidei, figlio di Gualtiero, in qualità di referente per l’estero del Gruppo Roche Babois, e Filippo Fiumana, figlio di Lorena, come direttore commerciale della Tumidei all’estero. Per capire l’organigramma, va detto che l’azienda produce mobili (in legno, vetro e alluminio) con due marchi: l’originale Tumidei per 200 rivenditori in Italia e 100 all’estero, e il francese Roche Babois con 250 rivendite. I mobili con i due marchi, frutto del lavoro e della creatività dei dirigenti e dei 90 dipendenti dell’azienda, partono da Predappio e arrivano in 52 Paesi del mondo, in particolare Francia, Usa e Cina.
Racconta Gualtiero Tumidei: "Negli ultimi anni l’azienda ha investito tantissimo in rivoluzione tecnologica e con un progetto strategico di riorganizzazione industriale". In pratica, se fino a poco tempo fa produceva camere per giovani, ora l’offerta è differenziata: zona notte per giovani, zona notte per ragazzi e zona giorno della casa. Soprattutto non si fa più magazzino, ma si produce in base agli ordini, che arrivano in tempo reale da tutto il mondo. Il nuovo progetto doveva essere presentato in aprile al Salone del Mobile di Milano, che però è saltato a causa del Covid-19. "A questo punto – spiegano i due giovani manager e cugini Emanuele Tumidei e Filippo Fiumana – siamo ripartiti il 4 maggio, rispettando tutte le regole sanitarie e inaugurando il nuovo progetto. Stiamo notando che la ripresa è buona e le commesse stanno riprendendo soprattutto dall’estero: con la Cina al 100% e un po’ meno per gli Usa".
Per il mercato asiatico l’azienda partecipa alla Fiera del Mobile di Shanghai (insieme a quelle di Mosca e Milano) e si avvale del manager forlivese Erik Zanotti, che parla cinque lingue, fra cui il cinese. La conferma della ripresa arriva dall’amministratore delegato: "Abbiamo perso nei due mesi di lockdown due milioni (20%), su un fatturato di 11 milioni annui (2019), ma speriamo che la ripresa e l’entrata in funzione del cambiamento radicale di produzione diano i frutti previsti dagli ingenti investimenti, nei quali non abbiamo mai smesso di credere, specialmente per i giovani".
A raccogliere l’invito è il figlio Emanuele: "Dal 2008 abbiamo superato tre grosse crisi e non abbiamo licenziato mai nessuno. L’80% dei dipendenti è di Predappio, il 20% da fuori, in particolare da Forlì e Meldola".
Secondo il responsabile amministrativo Giampiero Pazzi, "i dipendenti restano in azienda in media 17 anni". L’ultima novità riguarda l’eliminazione della plastica, sostituita con imballaggi di cartone, dopo l’energia fotovoltaica e la certificazione di sicurezza e qualità ambiente.
fonte:Akreodesign
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